Le mie letture

RECENSIONE DI: Cosa hai fatto nel Week end? di Ciro Russo

Ciao!

E rieccomi qui di nuovo, negli ultimi giorni sto leggendo abbastanza freneticamente, anche perché sono stata contattata da diversi autori e molto spesso si tratta anche di volumi non troppo lunghi, quindi faccio in fretta.

Oggi vi voglio parlare di questo testo, di Ciro Russo, per me, una nuova avventura, un testo teatrale.

La trama mi ha attratta fin da subito, un tema molto sensibile… e come già sapete adoro leggere e parlare di tematiche importanti…

Cosa hai fatto nel week end? di Ciro Russo

Lo trovate su Amazon.

TRAMA (fonte Amazon):

Il pregiudizio e la vergogna rappresentano per Paolo dei tormenti, scogli insormontabili da affrontare giorno dopo giorno. Sa che deve lottare innanzitutto con sé stesso e poi con gli altri per vedere riconosciuti i propri diritti, le proprie libertà. “Cosa hai fatto nel week end?”, domanda che liquida da sempre con un laconico “niente di che”, è l’argomento che odia di più in una conversazione poiché racchiude tutte le frustrazioni che lo attanagliano. Nascondere la sua sessualità lo disgusta, ma soprattutto non poter gridare al mondo intero “amo il mio uomo” lo logora. Il solo pensiero di diventare oggetto di aspre critiche e argomento delle più infime meschinità lo induce a starsene da solo in disparte, senza dare nell’occhio. Se questo accade nel rapporto con le persone che lo circondano, non va meglio con il suo sé. La sofferenza interiore, la mancanza di coraggio nel fare coming out, lo hanno condotto ad una lucida follia. Immagina, infatti, di essere in perenne contrasto con la coscienza e la consapevolezza che vede in forme umane. Una sera, dopo l’ennesima discussione con queste, non vedendo più via d’uscita alla sua personale tragedia, esce di casa deciso a commettere un gesto estremo.

LA MIA OPINIONE: Toccante.

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Allora, da dove iniziare?
Qui parliamo di un tema molto ma molto importante e sensibile, l’omosessualità ma nello specifico, il mostrarsi al mondo che ci circonda, avere paura di essere accettati e giudicati da questa società bigotta e perbenista che poi alla fine, io mi chiedo, ma tu che punti il dito verso le persone che reputi diverse da te, sì proprio tu… ma cosa diavolo te ne frega? 
Sì, mi arrabbio, ma perché una persona non può vivere la sua vita come meglio crede, perché dobbiamo essere sempre giudicati, perché non possiamo accettarci per quello che siamo, come persone, individui? Chi se ne frega se siamo bianchi,  neri, gialli, femmine, maschi, gay, lesbiche, grassi, magri. L’importante è quello che trasmettiamo agli altri no? 
Perché bisogna soffermarsi all’apparenza?
Queste sono le mie riflessioni dopo aver letto questo fantastico testo.
Paolo è un ragazzo come tanti altri ma ha paura di mostrare al mondo la sua omosessualità e in un certo senso non riesce neanche ad accettarla, si scontra con un suo collega omofobo Simone e discute con la sua “coscienza” e con la sua “consapevolezza” che cercano di farlo riemergere da quello stato di rifiuto. Non riesce prima di tutto a essere sincero con sé stesso, ha paura del giudizio degli altri, ma quando ormai tutto questo dolore sembra giunto al culmine e non vede più nessuna via d’uscita, incontrerà qualcosa, che lo farà riflettere.
Mi è piaciuto tanto leggere come la Coscienza e la Consapevolezza, cercassero di scuotere Paolo.
Mi ha fatto arrabbiare Simone.
Ho amato il Barbone.
E… non vi dico niente di più per non svelare la storia.
Il finale mi ha messo i brividi e mi ha fatto emozionare.
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Vorrei riportare dei piccoli estratti su cui farvi riflettere:
Vorrei essere libero di parlare e passeggiare per strada mano nella mano con lui. Sorridere, scambiarci tenerezze come una coppia qualsiasi”
“Chi te lo vieta?”
“Gli sguardi di condanna della gente. Sono come chiodi conficcati nel petto.
Mi è piaciuta tanto poi la metafora che l’autore utilizza raccontando la storia degli uccellini.
Quando ero bambino, liberavo gli uccellini dalla
voliera di mio padre. Lui li comprava e io li liberavo. Non capiva,
(ride) cercava un buco nella rete, non riusciva a darsi una
spiegazione. Ecco, vorrei essere liberato come loro mentre gli
altri, come mio padre, non dovrebbero capire e vedere
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Ogni volta, quando termino una lettura, mi piace fare due chiacchiere con l’autore, per capire il lavoro svolto, per  fare qualche domanda e soddisfare le mie curiosità.
Voglio riportare qui sotto, quindi, le parole dell’autore. Per me molto importanti…
Scrivo per il teatro da un anno, è una mia passione. Mettere in scena opere come questa è di grande importanza per me. La nostra si dichiara una società moderna, ma non è così e persone splendide come “Paolo” vivono una vita di amore clandestino solo per paura del giudizio. “Paolo” esiste e il 90% di quello che ho scritto è vita reale. Ho fatto questa scelta anche per altre due opere, ma ho decido di autopubblicare questa per dimostrare che “Paolo” non è solo e deve avere il coraggio di manifestare liberamente la normalità della sua vita.
Voglio dire grazie a Ciro per avermi fatto conoscere il suo testo e concludere così:

 

Paolo: Rispettate voi stessi e non permettete a nessuno di ledere

i vostri diritti, mortificare i vostri sentimenti, le vostre speranze.

Qualunque sia il vostro orientamento sessuale, il colore della

vostra pelle, le vostre origini; camminate sempre e dovunque a

testa alta, ma soprattutto non abbiate paura e battetevi per dare

un senso speciale alle vostre vite.

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