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AGENDA 2024 – pubblicazione il 15/11
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LA TUA OPINIONE È IMPORTANTE!
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INTERVISTA PER “VOGHERA SEI TU”
Buongiorno! sono entusiasta! Ringrazio Andrea Pestoni, giornalista di “Voghera Sei Tu” per questa stupenda opportunità e condivido con voi l’intervista: https://www.vogheraseitu.it/journal/attualita/19866-l-intervista-elena-piras-l-editor-per-passione-che-ha-un-sogno-nel-cuore Lascia questo campo vuoto Hey, ciao 👋 Piacere di conoscerti. Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni settimana. Per te subito in regalo un buono sconto del 10% sui servizi Editing Dopo esserti iscritto, assicurati di ricevere il mio messaggio di Benvenuto tra le mail “Promozionali” Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni. Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione
Punti di Vista, quello che c’è da sapere…
Buongiorno a tutti, oggi parliamo del punto di vista nella narrazione, quanto è complicato sceglierlo quando dovete strutturare un romanzo? Le cose sembrano diverse in base a chi le racconta e questo è determinante per scegliere il punto di vista. Ogni persona ha un suo giudizio personale, si fa opinioni e vede ciò che accade attraverso i propri occhi, percependo emozioni differenti, odori e rumori che non è detto che tutti gli altri percepiscano. Il PDV influenza: -l’intera storia -l’empatia con i personaggi -gli argomenti trattati e come vengono narrati -il tono -il modo in cui il lettore interpreterà la storia Quanti sono i PDV? -Prima Persona singola -Prima persona multipla -Prima persona periferica -Prima persona inattendibile -Seconda persona -Terza persona relativa (detta anche singola) -Terza persona multipla -Terza persona onnisciente Analizziamo brevemente le varie tipologie. Prima Persona singola Fa coincidere il NARRATORE con il PROTAGONISTA Si usa la prima persona “IO” Si può utilizzare sia la coniugazione verbale al presente che al passato Ricordate che il narratore è sempre sulla scena che sta narrando e vive quello che accade, non può dire ciò che pensano e vedono gli altri personaggi. Immaginate di essere voi stessi a vedere, pensare, emozionarvi rispetto a ciò che accade nella storia. Questo sarà anche quello che vivrà il lettore. Non potete sapere ciò che accade da un’altra parte. Questo tipo di scelta narrativa crea più empatia con il lettore che sente e riflette come il protagonista, annulla quindi le distanze e crea un legame profondo con il lettore suscitando più emozioni. Il linguaggio che si userà dovrà essere consono al tipo di personaggio scelto e a cui si dà voce, rispetto al passato, la cultura, l’ambiente e la famiglia in cui vive. Viene utilizzato soprattutto per le storie che vogliono trasmettere più intimità con il lettore (romance, romanzi psicologici, narrativa). Prima persona multipla Le caratteristiche sono le stesse della prima persona ma i personaggi a cui si dà voce sono più di uno. In questo caso è utile dividere i capitoli rispetto alla voce narrante assegnando il nome di chi parla per non generare confusione nel lettore. Questo tipo di PDV vuole un’attenzione maggiore da parte del lettore perché costretto a seguire le diverse prospettive narrative. Viene utilizzato quando si vogliono illustrare le diverse vite dei personaggi che poi si intersecheranno tra loro durante la storia. Prima persona periferica In questo caso, il narratore racconta in prima persona ciò che vive il protagonista principale. Quindi narratore non coincide con il protagonista. Coniugazione verbale presente e passata. Questa tipologia di PDV è abbastanza limitante poiché non abbiamo accesso ai pensieri ed emozioni del protagonista ma possiamo solo leggere da “spettatori”, considerando comunque i vincoli della prima persona (viviamo ciò che vede chi narra e non quello che accade fuori dalla sua vista), oltre al fatto che il narratore dovrebbe continuare a inseguire il protagonista per dire ciò che succede. Può essere utile se chi narra racconta un fatto accaduto nel passato o se vuole mostrare la vita di un protagonista da un occhio esterno rispetto alla reale visione dei fatti (la narrazione sarà comunque relativa a chi vede, sente e giudica quel personaggio). Prima persona inattendibile Narrazione in prima persona, presente o passata. Si utilizza questa tipologia di PDV quando il protagonista non è una persona attendibile quindi ad esempio, un pazzo, un bambino piccolo, uno squilibrato, una persona con dei problemi o dei limiti. Permette di mostrare due versioni della verità. Seconda persona Viene utilizzata raramente e si usa la seconda persona “TU”. Usando questo PDV, il lettore diventa il protagonista, mentre il narratore resta sullo sfondo (in teoria). Risulta complicato usarla e rimane in ogni caso una tecnica inusuale anche se molto originale perché permette al lettore di catapultarsi direttamente nella scesa proprio come se fosse lui a viverla. Coniugazione verbale sia presente che passata. A mio parere leggere un romanzo narrato in seconda persona ti lascia sempre un po’ in sospeso, come se non capissi mai se ci si rivolge a me o a qualcun altro, come se si fluttuasse di continuo. Rimane una tecnica narrativa ambigua. Potrebbe essere che l’autore si stia rivolgendo al lettore, oppure a se stesso o ancora al protagonista del romanzo raccontandogli la storia. Terza persona relativa (detta anche parziale) Narrazione in terza persona (Lui, lei), coniugazione dei verbi per lo più al passato. Con la terza persona, il narratore NON COINCIDE con il protagonista, ma lo segue e lo vede da vicina. Con questa tipologia di PDV ci avviciniamo molto alla prima persona narrata sopra, ma mantenendo un leggero distacco emotivo dal personaggio, vediamo ciò che fa, sentiamo ciò che prova e lo descriviamo. Non sentiamo e vediamo ciò che fanno gli altri personaggi al di fuori della visuale del narratore. Il lettore quindi ha accesso solo alla vita di quel singolo personaggio. Rispetto alla prima persona però non si è vincolati dai fattori sopra elencati (tono, linguaggio, vissuto del personaggio), proprio per questa ci sarà anche un maggiore distacco emotivo, di opinioni o giudizio. Si utilizza per tutte quelle storie che non hanno un eccessivo carico emotivo ma che hanno la necessità di seguire da vicino il protagonista (gialli/trhiller). Terza persona multipla Così come detto per la prima persona multipla, anche in questo caso, la terza persona avrà le medesime caratteristiche della terza persona singola. Pertanto, si scriverà in terza persona, ma il focus sarà su più di un personaggio. Solitamente accade quando i protagonisti sono più di uno e si ha la necessità di avere una prospettiva più ampia dei fatti, ma sempre mantenendo un certo distacco dal lettore. Si consiglia di divere i capitoli o le scene con indicati i nomi dei personaggi dei quali si andrà a narrare per essere più chiari nei confronti del lettore. Terza persona onnisciente Terza persona (lui, lei), coniugazione per lo più al passato. Con questo PDV abbiamo la possibilità di vedere tutto ciò che accade nella storia, è come se un grande occhio monitorasse dall’alto ogni avvenimento e ne descrivesse i dettagli. Possiamo giudicare, entrare nella testa di ogni personaggio, vedere tutto ciò che fanno, fornire l’epoca storica, descrivere l’ambiente esterno, predire i fatti e andare indietro nel tempo quando ci occorre e possiamo essere presenti su tutte le scene. Bisogna però stare molto attenti in questo tipo di narrazione a citare sempre bene i soggetti delle frasi, perché catapultandoci da un personaggio all’altro il lettore rischia di andare in confusione. Io consiglio sempre di stare molto attenti a questo particolare, gli esordienti cadono spesso in questo errore. Consiglio di terminare una scena o un paragrafo indicando al massimo due personaggi e poi spostarsi sugli altri per non generare confusione. La limitazione è la distanza dal lettore. Veniva utilizzata soprattutto nei classici ed è un po’ ancorata alla “vecchia scrittura” anche se molti autori ancora la utilizzano. Si utilizza per le favole per bambini e le fiabe perché il narratore in questo caso può anche rivolgersi al lettore “parlandogli” e decidendo ciò che crede più opportuno. Spero che questi approfondimenti possano esservi utili per scegliere quale PDV utilizzare nei vostri romanzi, è fondamentale saper scegliere perché ricordatevi che la storia cambia del tutto in base a come deciderete di raccontarla! Se avete bisogno di chiarimenti potete scrivermi sia su Instagram @ep_servizieditoriali che via mail: editor@elenapiras.it o lasciando un commento qui sotto. Lascia questo campo vuoto Hey, ciao 👋 Piacere di conoscerti. Iscriviti per ricevere contenuti fantastici nella tua casella di posta, ogni settimana. Per te subito in regalo un buono sconto del 10% sui servizi Editing Dopo esserti iscritto, assicurati di ricevere il mio messaggio di Benvenuto tra le mail “Promozionali” Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni. 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